Arturo Zardini
La famiglia dell’autore di “Stelutis Alpinis” aveva un vecchio mulino ad acqua a Pontebba e, per questo motivo avevano il soprannome di “Mulinars”. Originari di Cormons, Antonio Zardini sposò Caterina Gortani che diede alla luce il 9 novembre del 1869 il figlio Arturo.
Fin da piccolo mostrò spiccate attitudini musicali; conobbe il primo direttore di banda il Kolbe. All’età di quattordici anni emigrò in Carinzia rimanendovi fino al 1887. Rientrato per il servizio di leva, rimase sotto le armi per quattordici anni fino al 1902 raggiungendo il grado di maresciallo, frequentò l’Isitituto Musicale di Alessandria. S´iscrisse al Liceo Musicale di Pesaro, ove ottenne il diploma di
Direttore di Banda, nominato poi “Capo Musica” di banda militare presso il reggimento fanteria “Pistoia”.
Ritornato a Pontebba, iniziò la sua attività musicale con il coro e il successore di Kolbe, Andrea Kröpfel detto “Limpil”, altro grande ingegno musicale.
Il Comune lo assunse quale applicato di concetto e maestro di musica. Nel 1903 sposò Maria Nassimbeni dalla quale ebbe una figlia Angelina Caterina Eva che visse solamente un anno, anche la moglie Maria seguì la bimba spegnendosi nel 1905.
Nel 1909 si unì in seconde nozze con Elisabetta Fortuzzi da cui ebbe tre figlie: Elvira, Angelina e Anna.
Il maestro allo scoppio del primo conflitto mondiale, andò profugo prima a Moggio, poi a Udine, Caporetto e infine a Firenze. In questa città nacque quel canto che gli diede grande notorietà, il canto preghiera “Stelutis Alpinis”. Assieme al grande amico e poeta Francesco Berti compose numerose e celebri villotte friulane, inni sacri, e composizioni per bande. Diresse il coro e la banda cittadina.
All’apice dell’ispirazione artistica, una grave malattia colpì Arturo Zardini, dovette ricoverarsi all’Ospedale di Udine, accompagnato dagli amici Arturo Agolzer, allora sindaco, e da Lorenzo Brisinello “Pusco”.
Il Cantore del Friuli morì all’Ospedale Civile di Udine il 4 gennaio del 1923.
Questo personaggio pontebbano, conosciuto ed apprezzato non solo in Friuli ma onorato da tutti i Friulani del mondo, lo ricordiamo non solo per il suo genio musicale, simboleggiato nella arcinota preghiera all’Alpino morto, “Stelutis Alpinis”, ma anche per le sue espressioni poetiche che, quasi sempre, sono il testo delle sue canzoni.
Sono sue, infatti, le parole, oltre alla ricordata “Stelutis”, anche quelle dei canti “Serenade”, “Primevere”, “Autun”, “La roseane”, “Ai spôs”, “Il salût”, “Il cunfin”, “L’emigrant” e “In cîl”.
E’ stato celebrato il 7 settembre del 1969 il centenario della nascita del compositore Arturo Zardini e, per ricordarlo degnamente, è stato eretto in suo onore un monumento, in Piazza Garibaldi, ad opera dello scultore Max Piccini.