Il Palazzo Municipale

Il paese era ancora sconvolto dalle gravissime ferite della grande guerra e, nel 1923, il dinamico sindaco ing. Luigi Faleschini, aveva elaborato un nuovo piano regolatore, poi approvato dal Consiglio Comunale.
Il Comune acquistò l’intera area in piazza Garibaldi, dove sorgeva un grande Albergo Internazionale di proprietà delle sorelle Englaro, distrutto dai bombardamenti del ‘15/18, per costruirvi il nuovo Palazzo Municipale. Gli uffici del vecchio municipio erano ubicati in Via Roma, dove attualmente si trovano la
Macelleria e Fioreria, luogo del tutto inadeguato all’esigenza di un nuovo grande comune.
Con delibera Consigliare, approvata all’unanimità, era affidato l’incarico per l’elaborazione del progetto all’arch. Ing. Provino Valle, con studio a Udine e a Roma.
L’assegnazione del lavoro, mediante asta pubblica, ebbe luogo il giorno 3 febbraio del 1923, alla quale parteciparono 13 imprese. La miglior offerta fu presentata dall’Impresa Francesco Dri & Figli di Tricesimo, con un ribasso d’asta del 23,23 per cento. Il costo complessivo dell’opera ultimata, risultò di
L. 1.021.329,24, su un preventivo di L. 739.958,89.
I lavori iniziarono il 9 aprile del 1923 e, la posa della prima pietra, in forma molto semplice, ha avuto luogo il 1° maggio. Il Parroco don Gio. Battista M. Boria ha benedetto la pergamena con dedica e firma che, chiusa in un’apposita cassetta metallica, fu murata sotto la finestra della facciata dell’ex Ufficio della
Pretura.
Il Leone in pietra della Serenissima Repubblica Veneta del XVI secolo, rinvenuto nello sterro della stessa piazza Garibaldi, fu immurato “per volere del popolo” sulla balaustra della facciata centrale del Municipio.
Gli splendidi lavori di ferro battuto eseguiti dalle Officine Meccaniche Magro & Mencacci di Udine, il prof. Antonio Morocutti, insegnante per 40 anni all’Istituto d’Arte di Venezia, ha eseguito gli affreschi di tutte le stanze, del teatro, della Sala Consigliare, dove la grande tela rappresentante l’esodo, la distruzione
e la ricostruzione di Pontebba, è considerato uno dei suoi migliori capolavori. 
Tutti i materiali furono trasportati sul luogo del lavoro, per mezzo di carri a ruote ferrate, trainate da buoi o da cavalli. La gran quantità di pietre fu estratta dalla cava sotto il monte Cit di fronte all’ex stazione di San Leopoldo.
Un lavoro duro che, un testimonio qualificato come Emilio Bellina, dal quale abbiamo ripreso una di queste note, così si esprimeva:…”Quante fatiche, quanto sudore da quelle nobili fronti, da quelle mani callose.
Pietra su pietra con le “civiere” sono stati trasportati a braccia mattoni, calce e tutti i materiali necessari. La giornata lavorativa per gli edili era di 12-13 ore, la paga oraria per i muratori e carpentieri di L. 2,50 per i manovali invece di L. 1,10….mancava la cassa disoccupazione involontaria, assistenza malattia ecc…”
A quei tempi l’unica forma assistenziale, era svolta dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso, sorta in quasi tutti i Comuni, quella di Pontebba, una fra le migliori ed efficienti della Provincia, contava nel 1923 quattro soci onorari perpetui, un socio benemerito il cav. Francesco Berti, 7 soci onorari, 125 ordinari
a Pontebba, 39 a Studena Bassa, 17 in Studena Alta e Aupa e 24 a Pietratagliata.
I lavori del nuovo Palazzo Municipale furono ultimati il 18 giugno del 1924.
L’inaugurazione avvenne in forma semplice con la sola benedizione dei locali da parte del Pievano don Boria. Il collaudo dell’opera fu eseguito dall’ing. Francesco Geliberti. I componenti della Commissione Edilizia Comunale era composta dall’ing. Luigi Faleschini, dal comm. Arturo Agolzer, da Gio Batta Comelli e da Osvaldo Flor.
L’Ufficio Distrettuale delle Imposte Dirette, e l’Ufficio del Registro, cominciarono a funzionare il 1° luglio 1924, così pure gli Uffici Comunali eccettuati l’Ufficio di Segreteria e Stato Civile che iniziarono il 1° gennaio del 1925. 
Il giorno 25 luglio 1925, il Commissario Prefettizio cav. Francesco Berti, cessava le sue funzioni e presentava al nuovo eletto Consiglio Comunale di Pontebba, una dotta relazione che fu stampata e raccolta in un libro di 77 pagine distribuito a tutte le famiglie di Pontebba. Il nuovo Consiglio Comunale elesse all’unanimità, quale sindaco, il comm. Arturo Agolzer.