Breve storia di Pontebba

(a cura di Armando Coianiz)

LA STORIA

La genesi del nome di Pontebba, non è del tutto chiara. Storici e studiosi hanno cercato di dare un significato certo all'origine del nome, spesso in contrasto tra loro. Alcuni sostengono che derivi dall'etimo pons aquae, pons viae o Pontem viae, ossia una derivazione dal ponte, altri, invece, ritengono che il nome provenga dal torrente Pontebbana, che vanta indubbiamente una primogenitura rispetto al ponte, da rilevare, inoltre, che in antico giustamente si scriveva la Ponteba, genere femminile in netto contrasto, quindi, con il maschile ponte. Certo è che il torrente segnava da sempre il confine e il paese, il primo nucleo abitativo è sorto conseguentemente al torrente, alle sue acque-confine. Per analogia storica un'ipotesi, riguardante Pontafel, che farebbe pensare ad un Pons Fellah poichè l'abitato lambisce il fiume Fella e, quindi, immediato il riferimento (sempre come ipotesi) alla provenienza del nome Ponteba dal torrente oppure Ponteba ossia dall'etimo pons acque, quale nome del ponte sulla Pontebbana.
Il valore delle interpretazioni sulle genesi del nome, devono altresì tener conto anche delle influenze linguistiche conseguenti agli influssi delle infiltrazioni migratorie, soprattutto slave, che si sono sommate nei secoli e che tardivamente compaiono nelle citazioni storiche. L'evoluzione del nome nei secoli, parte solamente dopo l'anno mille, il testamento del conte Cacellino cita nel 1084 Poltabia, in un documento del 1324 Poltajbam (chiaro riferimento in questo caso al centro abitato), dal 1333 al 1396 s'identificano i nomi di Polteyba, Ponteba o Poltabia e Pontaiba, in altro documento del 1408 Pontebia. Non si può trascurare che in altre zone del Friuli si registrano nel passato nomi similari. Nella lingua friulana il toponimo è indicato come Pontèibe (il più usato), Pontèbe e raramente Poltèbe o Puintèibe. La questione merita, in definitiva, maggiori studi e ricerche, resta ora, e forse per sempre, il mistero della vera origine del nome di Pontebba.

 

LE ORIGINI DI PONTEBBA

Le origini di Pontebba non sono, infatti, del tutto chiare, la triste vicenda di Severilla rappresenta forse l'unica testimonianza di una presenza umana stanziale. Si susseguono secoli bui, poche tracce per una sicura analisi storica del nostro passato. La valle è certamente percorsa nei secoli da piste di carovanieri già nello II° millennio a.C., si susseguirono poi periodiche invasioni di orde barbariche, immigrazione di popoli e culture. Nel VII° e V° secolo a.C. avvengono infiltrazione di Celti del ceppo Gallo-Carni, di origine indo-europea, che s'insediano gradualmente nel territorio.
Una valle stretta, naturale e facile collegamento tra civiltà lontane e diverse, un percorso oggetto di grandi migrazioni, di traffici e d'eserciti invasori. Tracce archeologiche d'insediamenti umani, sebbene embrionali, individuate fin dal periodo Neolitico (4000-2500 a.C.), del Cuprolitico (2500-1800 a.C.) e nell'età del bronzo (1.800-900 a.C.). Nel 1865 a Vidali di Dogna affiorò una spada di bronzo, mentre a Ponte di Muro si trovò una lancia di bronzo, altri reperti furono scoperti fino alle ampolle e monete dell'epoca romana. I confini orientali sono serviti da importanti arterie consolari, sfruttando antichissime piste carovaniere e, tra queste, la strada chiamata anche "via Bellono" o Belloio, che da Aquleia risaliva la Val Fella, giungeva a Pontebba, proseguiva per Santicum (Villach) fino a Virunum (Zollfeld presso Klagenfurt).
I primi documenti scritti, dai quali si può dedurre l'esistenza del nucleo abitativo di Pontebba, risalgono all'anno 1001 quando Ottone III Imperatore di Germania, concesse alla Chiesa di Aquileia di esigere dazi dai servi e dai liberi a Petram Fictam, oggi Pietratagliata, allora sobborgo di Pontebba e noto per l'estrazione di minerale di ferro lungo il rio Geloviz.

 

DALLE ORIGINI AL PATRIARCATO

Prima di allora poche le notizie storiche, dopo la nascita di Cristo, che riguardano in qualche modo le nostre valli e Pontebba: 166-168 invasione dei Gualdi e Marcomanni, nel 181 la fondazione di Aquileia, poi invasioni barbariche di Goti (248) e Alemanni (367), Visigoti (401), Unni e Ostrogoti 8405), nel IV° secolo si diffonde il Cristianesimo, nel V° secolo inizia il dominio Longobardo dal 568 al 774, nel VI e VII sec. presenza dei Vendi e nel 774 invasione dei Franchi seguirono, poi, nel 898 orde di Ungari.
Spiragli di luce sulla genesi di Pontebba, affiorano più copiose e circostanziate a partire dall'anno mille. Il celebre quando discusso testamento del conte Cacellino, fondatore dell'Abbazia di Moggio, nel 1064 cita Pontebba….a fluvio qui Poltabia dicitur. Le cronache riportano l'esistenza di una piccola chiesetta a Pontebba nel 1104, poi nel 1106 inizia la costruzione della chiesa di S.Geltrude a san Leopoldo. Data di capitale importanza il 10 agosto del 1342, quando il patriarca Bertrando con un diploma istituisce il mercato "publico, libero et generale" in occasione della festa della Natività della Vergine l'8 settembre. Il 22 maggio del 1362 il Capitano di Venzone invade la Villa de Ponteba incendiando le case e facendo prigionieri; costruzione della chiesa di Pontafel nel 1368.
Dopo la scomparsa dell'Impero Romano, nel corso dei secoli il territorio di Pontebba subì importanti dominazioni, politiche e religiose, che ne determinarono l'aspetto culturale, la propria identità di popolo.
Il patriarcato di Aquileia dominò dal 737 al 1420, la dipendenza non solo religiosa dall'Abbazia di Moggio Udinese dal 1119 al 1773, da ricordare nello stesso periodo, dal 1007 al 1759, la signoria di Bamberga nella Valcanale fino a Pontafel.

 

DALLA REPUBBLICA DI VENEZIA AL 1600

La Repubblica di Venezia, che diede un'impronta imperitura alla storia di Pontebba, dal 1420 fino all'invasione francese nel 1797 quando le truppe di Napoleone, comandate dal generale Massena, risale il Canal del Ferro e la Valcanale, saccheggiando Pontebba, respingendo l'esercito dell'Impero Austriaco. Il 17 ottobre del 1797, con il trattato di Campoformido, la Valcanale è restituita all'Austria e il confine è stabilito sul torrente Pontebbana, tra Pontebba e Pontafel.
Sono secoli di grande risveglio economico e culturale, Pontebba si sviluppa ed accresce il numero degli abitanti, seguono anche periodi oscuri, con sanguinose guerre, terremoti ed invasioni. Troppo lungo sarebbe elencare fatti ed avvenimenti, si cita i momenti più significativi che tracciano in qualche misura il cammino di Pontebba nella storia.
La vita religiosa scandisce forse più della parte politico-amministrativa i ritmi del lento procedere dei secoli, sono, pertanto, gli archivi parrocchiali che forniscono le maggiori cronache dell'epoca. Il 10 settembre del 1442 il Camerata Ser M.q.P.Tarondini fa una convenzione con il Mastro Stefano di Vingistagno per la ricostruzione della chiesa parrocchiale e del campanile; nel 1478 registra l'invasione di bande devastanti di Turchi; è Ser Nicolò Cocetto (Cozèt) che si ha notizia, nel 1489, il primo Gastaldo (Sindaco) di Pontebba. Corre l'anno 1517 quando viene costruito il celebre altare alato "Fluegelaltar.

 

L'ETA' MODERNA

Alla fine del XVIII secolo, a seguito di ricorrenti inondazioni che distrussero tra il 1747 e il 1769 buona parte delle case di Pontebba, importanti opere furono eseguite e, tra queste, anche le "belle roste" sul rio Pontebbana a difesa dell'abitato e del Lazzaretto: essenziale baluardo sanitario contro le terribili epidemie pestilenziali, voluto dal Luogotenente della Repubblica Veneta Girolamo Civrano e costruito tra il 1624 e il 1626.
A seguito di questi lavori viene alla luce una lapide romana con un'interessante iscrizione. Lo scopritore, l'ing. Alessandro Rota che dirige i lavori, porta la bella lapide nella sua casa a Udine poi, nel 1796, il reperto è di proprietà del conte Fabio Asquini e, quindi, trova definitiva dimora nel 1876 presso il Civico Museo di Udine, nel lungo porticato prospiciente la spianata del Castello di Udine.
Molti studiosi e storici attribuirono molta importanza a tale testimonianza archeologica, si ritiene, infatti, che risalga al 175 d.C. quanto a Pontebba un presidio romano provvedeva alla riscossione delle gabelle per conto dell'Amministrazione romana. Dall'epigrafe della lapide si legge: "D(iis) M(anubus) ONESIMUS SER(vus) VIL(icus) VECTIGAL(is) ILLYR(ici) SEVERILAE UXORI PIENTISSIME AN(nis natae) XXV ET SIB VIIV(en)S FEC(it), ovvero: "Agli Dei antenat i- Onesimo - servo villico (fattore di campagna ma più propriamente servo villico del dazio) della gabella dell'Illirico a sua moglie Severilla - piisima - morta a venticinque anni e per sé vivente - fece" Onesimo e Severilla, lui gabelliere del dazio, lei dolce e giovane sposa, la loro triste storia ci riportano all'epoca romana, a testimonianza dell'esistenza di un insediamento umano a Pontebba agli albori del primo millennio. La lapide romana, rimasta sepolta per 1600 anni quasi a custodire non solo l'infelice vicenda umana che essa reca in sé, ma anche una pagina pietrificata dall'inestimabile valore storico: un lampo di luce che illumina l'oscura genesi della storia.

 

L'ETA' CONTEMPORANEA

IL Regio Commissario distrettuale di Moggio, il 12 febbraio 1877, accompagna all'autorità governativa il timbro della giunta municipale di Pontebba con la seguente nota: "Lo stemma è rappresentato da un mezzo ponte ad arcate di muratura, ed accenna al confine fra i domini della Veneta Repubblica e gli stati imperiali. Riscontrasi nelle vecchie pergamene, e più visibilmente nell'arma sovrapposta al portone della casa comunale è scolpita nella chiave dell'arco".
Nel 1928/30, stampato d'ufficio del comune, si legge: "Scudo sannitico al ponte di due archi interrotto, sormontato di due torri, una cimata del leone veneto, l'altra cimata dalla bandiera, posta su una riviera, accompagnate in capo da una cometa posta in sbarra:"
Il dominio delle Serenissima si perpetua nei secoli, ne subisce in modo assai rilevante anche le insegne ufficiali del Comune. Il relatore della Commissione araldica di Venezia, dr. M.Bratti, nella seduta del 20 maggio 1933, porta la richiesta del riconoscimento dello stemma già in uso nel 1877. Il relatore propone il riconoscimento del seguente stemma: "D'azzurro a due arcate in pietra d'un ponte uscente dal lato destro e troncato a sinistra, sorgente dalle acque di verde. Sul piano del ponte due casotti a cuspide in muratura: tetto di quello a sinistra il leone di S. Marco d'oro, rivoltato; sulla sommità di quello a destra una bandiera a striscie orizzontali di rosso, d'argento, e di rosso. In capo, tra i due casotti, la cometa d'oro, saliente a sinistra, con la coda in basso a destra". E la seguente bandiera del Comune: "Interrata in palo d'azzurro, di giallo e di verde. Cravatta tricolore". (A.S.V.C.A.)

 

IL SACCHEGGIO DI PONTEBBA

PONTEBBA FU SACCHEGGIATA il 4 agosto 1616 durante la guerra di Gradisca; il 20 luglio del 1619 un tremendo nubifragio si abbatte sul paese: crolla il ponte tra Pontebba e Pontafel; nel 1624 termina la costruzione della Chiesa di San Rocco; viene inaugurato il Lazzaretto a difesa delle epidemie; il Senato Veneto decreta nel 1685 "Terra il Luogo di villa di Pontebba"; muore a Vienna nel 1721 Giorgio Bernardo Micossi, pontebbano, insignito per i suoi alti meriti del titolo di barone da Carlo VI; nel 1747 iniziano i lavori per la costruzione delle Roste; viene eretta nel 1748 la Chiesa di Pietratagliata; nel 1783 Pontebba conta 1132 anime; viene dissepolta nel 1789 in un campo la lapide di ONESIMO; muore a Padova il 9 maggio del 1795 Giovanni Marsili nato a Pontebba, scienziato, botanico e letterato di grande fama; nel 1820 inizia la costruzione della strada statale Udine-Pontebba di km 70 che terminerà nel 1836; Pontebba è interessata nel 1848 dai moti insurrezionali; il 21 ottobre del 1866 plebiscito in Friuli per l'annessione al Regno d'Italia: a Pontebba votano per il sì in 291(solo uomini); salgono a 3114 gli abitanti nel 1871; l'11 ottobre del 1879 inaugurazione della ferrovia "Pontebbana"; inaugurazione della nuova Chiesa di S.Rocco il 26 settembre del 1886, distrutta l'anno prima da un violento nubifragio; 3457 abitanti nel 1891 e 3828 nel 1901, nel 1911 raggiungono il massimo livello demografico con 4591 abitanti; nel 1910 inizia la costruzione della chiesetta di S.Anna in Aupa e nel 1912 quella di S.Giuseppe a Studena Bassa; 21 maggio 1915 ordine militare di sgombero totale di Pontebba nella prima guerra mondiale; muore a Udine il 4 gennaio 1923 il poeta e musicista Arturo Zardini; il 15 agosto del 1924 fusione, con Regio Decreto, dei Comuni di Pontebba e Pontebba Nova (Pontafel); 20 settembre 1926 annessione del Comune di San Leopoldo a Pontebba; il 28 ottobre 1935 arriva il primo treno a trazione elettrica; 1948 prima Festa dell'Amicizia a Passo Pramollo.